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Il miele, nettare degli dèi e degli uomini

Nel vasto mondo della cultura culinaria non vi è forse alimento tanto emblematico quanto il miele, la cui proverbiale dolcezza ha riempito pagine e pagine di letteratura, di saggezza popolare e di mitologia.

Sì, perché il rapporto del miele con l’uomo si perde nella notte dei tempi, e la complessità delle sue qualità organolettiche, la ricchezza delle sue proprietà terapeutiche ne hanno fatto un autentico mito, fonte di ispirazione per i poeti, metafora del piacere e della generosità di Madre Natura nei confronti degli uomini.

L’apicoltura, da tecnica improvvisata ad arte dell’accudimento

Sebbene l’uomo conosca e utilizzi il miele da oltre 12mila anni, e sebbene ne abbia intuito le infinite qualità molto prima di averle provate con metodo scientifico, è solo a partire da tempi più o meno recenti che l’apicoltura è divenuta quel processo “gentile” di accudimento delle api che conosciamo oggi.

Un tempo l’uomo raccoglieva i favi con il miele, il polline e la covata dagli alveari selvatici, scacciando le api adulte con il fumo e preoccupandosi ben poco della sopravvivenza della famiglia di api saccheggiata. Il passo successivo è stata la creazione di ricoveri artificiali, i quali però rappresentavano delle soluzioni artigianali più o meno improvvisate, fatte con i materiali più diversi (paglia o alberi cavi in molte zone europee, terracotta nel sud del Mediterraneo e nel vicino oriente, sughero in Sardegna).

È solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento che conosciamo l’età moderna per quanto riguarda l’apicoltura. L’invenzione della cosiddetta arnia razionale, progettata dal rev. Lorenzo Langstroh di Filadelfia, consente infatti, finalmente, una manipolazione gentile delle api grazie alle cornici sulle quali gli insetti sono invitati a costruire i loro favi. Il fatto che tali cornici (o telaini) siano smontabili, permette di controllare e “aprire” l‘alveare senza arrecare danno agli occupanti.

L’arnia razionale può inoltre, a seconda delle necessità, aumentare o diminuire di dimensione, adattandosi alla famiglia di api che vi ospita. Aggiungendo o togliendo moduli, l’apicoltore rende confortevole l’ambiente in cui soggiornano le diverse famiglie, invogliandole a non spostarsi. Ciò è alla base dell’apicoltura moderna: se la casa non diventa mai troppo piccola, la famiglia di api si allargherà sempre di più, aumentando la produzione.

Il miele, un bene prezioso da difendere e tutelare

Purtroppo, in anni recenti gli apicoltori hanno dovuto lanciare l’allarme: circa il 68% della popolazione acquista miele di origine incerta nei supermercati, collaborando al depauperamento di un’arte, quella dell’apicoltura, la cui cura è di fondamentale importanza per un’infinità di ragioni.

Risalgono ai primi anni 2000 le prime avvisaglie circa la grave morìa delle api. Tra le altre, le cause sono da ricercarsi nelle colture intensive, che non tengono conto dei bisogni primari di questi insetti così preziosi, sottoposti a notevole stress per pratiche apistiche scorrette. L’inquinamento causato dall’utilizzo di insetticidi nell’agricoltura intensiva è un ulteriore fattore determinante.

È molto importante, dunque, sostenere chi dell’apicoltura ha fatto una passione, oltre che una professione, e che è mossa da vero amore per uno dei mestieri più poetici – ed utili – del mondo. In qualità di consumatori, leggere le etichette, accertarsi della provenienza, informarsi circa le pratiche apistiche sono tutte attività utili a rallentare uno dei fenomeni più preoccupanti del nostro pianeta, se teniamo conto che oltre il 35% della produzione di cibo a livello mondiale dipende dalle api.

Il miele italiano, simbolo di biodiversità

Forse non tutti sanno che per quanto riguarda il miele l’Italiadetiene il primato mondiale di varietà prodotte. Oltre 50 tipi dimiele monofloreale e un’infinità di Millefiori raccontano magnificamente la ricchezza di biodiversità che popola il Bel Paese, incoronato pure con il primato di paese europeo con il più alto numero di specie: circa metà di quelle vegetali e un terzo di quelle animali attualmente presenti in Europa.

Imparare a conoscere il miele è come aprire uno scrigno custodito da Madre Natura in persona. Riconoscerne le caratteristiche organolettiche, la tipologia di cristallizzazione, le modalità di produzione è paragonabile alla lettura di un bell’atlante illustrato, che ci racconti quanti segreti si celano nel saper collaborare con una delle creature più affascinanti del regno animale: l’ape.

E siccome nel nostro shop abbiamo alcuni tra i più prelibati e ricercati mieli d’Italia e del mondo, frutto dell’appassionato lavoro di due produttori quali Mieli Thun e l’azienda Mario Bianco, scrupolosissimi nella produzione di un alimento d’eccellenza, che tenga conto del benessere delle api e della tutela del territorio nel quale operano, eccovi alcune informazioni in pillole per conoscere meglio alcune tipologie di miele. 

La lista non è né esaustiva né tantomeno troppo dettagliata, ma servirà a dare un colpo d’occhio sull’incredibile varietà e ricchezza di questo alimento. Se però la vostra curiosità non sarà pienamente soddisfatta, non esitate a scoprire di più sui nostri produttori Mieli Thun e Mario Bianco e i loro prodotti. Incontrerete tanto amore per la terra in cui operano e infinita consapevolezza circa l’importanza dell’apicoltura sostenibile. In entrambi i casi, le api sono portate in luoghi eletti e incontaminati nel periodo di massima fioritura, con grande attenzione per il tradizionale rapporto dell’uomo con l’arte dell’accudimento delle api

Miele di Castagno
  • Miele prodotto a partire dai fiori dell’albero di castagno, che cresce in zone collinari e prealpine dai 300 ai 1200 metri d’altitudine.
  • Si presenta in un colore ambrato scuro, con tonalità rossiccio-verdastre.
  • Al gusto presenta un finale amarognolo prolungato, persistente.
  • Cristallizza in forma liquida che permane a lungo.
Miele dell’Albero del Paradiso
  • Miele prodotto nel mese di maggio a partire dai fiori dell’Albero del Paradiso o Alianto, così chiamato per via dell’elevata altezza che raggiunge anche in pochi anni, ritenuta pianta infestante possiede una bellezza ed un fascino orientale indiscutibile.
  • miele di grande personalità, cremoso, color dorato carico.
  • al gusto presenta richiami precisi di uva moscato e sciroppo di pesca, frutto litchi il ricordo più preciso, sentori umami sul finale a ricordare fungo fresco.
  • In cucina è ottimo per cotture prolungate fino a gelificare pesche, albicocche o melone a pezzi, ottimo nelle macedonie oppure per caramellare un’ananas flambè, sposa la frutta con grande confidenza. ottimo con l’aneto per la marinatura di una ricciola o il salmone a mo’ di gravlax
Miele di Bosco
  • Si distingue dagli altri mieli in quanto non deriva dal nettaredei fiori bensì dalla melata, sostanza zuccherina che le api trovano su specie arboree (querce, robinie, faggi, ailanti, pioppi, salici), arbustive (rovi) o erbacee (ortica, trifogli).
  • Il gusto è marcato nei toni di carruba, rabarbaro e confettura di pomodori verdi con un retrogusto di zucchero di canna cotto.
  • Generalmente cristallizza lentamente ed in presenza di nettare di girasole e solidago.
  • In cucina è ottimo a colazione unito a yogurt bianco e frutta secca, per condimenti, per finire il bbq o preparare le salse. Poche gocce sulle carote lesse saltate in padella con il cumino è uno spettacolo, oppure sul pane con burro o evo. Ideale nelle preparazioni dolci o salate dove vi siano presenti spezie scure e nelle cotture prolungate di carne o pesci di lago.
Miele di Acacia
  • Prodotto nei mesi di Aprile e Maggio, a partire dai fiori di Acacia.
  • Colore da quasi trasparente a giallo paglierino chiaro.
  • Si presenta sempre in forma liquida. Ha una velocità di cristallizzazione molto bassa, grazie all’elevata concentrazione di  fruttosio rispetto al glucosio.
  • All’esame olfattivo ha un profumo floreale di debole intensità.
  • Dal gusto molto dolce, presenta un aroma delicato, tipicamente vanigliato.